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giovedì 24 settembre 2009
Gb, disoccupato trova un tesoro
Gb, disoccupato trova un tesoro
La scoperta di un valore inestimabile
Era un semplice disoccupato, ma ha dimostrato di saper utilizzare bene le lunghe ore libere delle sue giornate senza un'attività lavorativa. Un britannico, Terry Herbert, utilizzando il suo metal detector, ha portato alla luce il più importante tesoro archeologico anglo-sassone mai scoperto nella storia. Era in un campo nel centro dell'Inghilterra. E comprende almeno 1.350 oggetti preziosi, tra cui molti sono d'oro e d'argento.
Il disoccupato, 55 anni, ha fatto la sensazionale scoperta lo scorso luglio, nella contea dello Staffordshire, mentre perlustrava il campo di un amico con il suo metal detector. Si trratta di una passione che Terry coltiva fin dall'età di 18 anni. Il tesoro, oltre che ricco, è anche molto antico: risale probabilmente al settimo secolo.
"I miei amici del club dicono sempre che se c'è un pezzo d'oro in un campo, sarò io a trovarlo. Ho paura di pensare a quello che diranno quando sapranno tutto questo", ha dichiarato.
La sua scoperta, la cui importanza è paragonabile a quella della tomba del faraone Tutankamen, contiene un insieme di materiale da guerra con almeno 84 pomi e 71 foderi di spade che presentano decorazioni complesse e delle granate incastonate nell'oro. Il tesoro contiene circa cinque chili d'oro e 2,5 d'argento, oltre a una grande quantità di pietre preziose. La sua valutazione richiederà un anno di lavoro.
Una selezione degli oggetti rimarrà esposta dal 25 settembre al 13 ottobre, al museo di arte di Birmingham. "La quantità d'oro è impressionante ma, più importante, la lavorazione degli oggetti è perfetta. Era il non plus ultra di quello che gli anglo-sassoni sapevano fare. Ed erano molto bravi", ha spiegato Kevin Leahy, esperto del settore. "Appartenevano sicuramente all'alta aristocrazia o alle famiglie reali anglo-sassoni", ha aggiunto.
sabato 5 settembre 2009
Da 30 anni Trova tesori nel Tamigi
DA 30 ANNI TROVA TESORI NEL TAMIGI, DONATI A CITTA'
LONDRA - Anthony Pilson, 76 anni, ha passato gli ultimi 33 anni della sua vita a scandagliare le rive del Tamigi, in pieno centro di Londra, armato di metal-detector, secchio e rastrello. Per i più che lo guardavano dall'alto delle rive pareva un passatempo bizzarro, e niente altro. Anthony, invece, ha messo insieme in questi anni una collezione di pezzi rari del valore di centinaia di migliaia di sterline: reperti tanto ben conservati da far brillare gli occhi a decine di studiosi. E ora donerà la sua collezione al Museo di Londra, così che tutti i londinesi possano ammirarla. "Posso capire che se uno ha moglie e figli preferisca vendere i pezzi al miglior offerente", dice Anthony al Daily Mail. "Ma io preferisco che li abbia un museo, piuttosto che finiscano nelle cassette di sicurezza di una banca o in una casa privata".
La collezione, tra le altre cose, conta 2.444 bottoni e gemelli che vanno dal 14/o al 19/o secolo; sono fatti in bronzo, peltro, argento o osso e sono spesso e volentieri lavorati. Una coppia di gemelli del 17/o secolo mostra Carlo II ornato con una corona d'alloro. La palma d'oro del miglior ritrovamento se l'é però aggiudicata un 'provino' da sommelier in argento del 1634. "Christiés ha pensato che fosse falso, perché non avevano mai visto niente del genere", ricorda Anthony.
Era il 1977 - ovvero quattro anni dopo la prima escursione sulle rive del Tamigi. Tutto ebbe inizio quando un amico di Anthony gli confidò che il fango del Tamigi poteva riservare grandi sorprese. Così, un giorno che non lavorava, Anthony, all'epoca dirigente nel settore del trasporto mercantile, portò il suo metal-detector nel centro di Londra. Da allora non ha mai più smesso. Andato in pensione a 55 anni, ogni giorno Anthony batte le rive del fiume tra il ponte di Tower Bridge e quello di Blackfriars: armato di mappe che segnano i livelli della marea, scava, setaccia e porta a casa. Certo, Anthony non è il solo ad andar a caccia di tesori sulle sponde del Tamigi. La Society of Thames Mudlarks - che in un inglese un po' antiquato significa 'monelli di strada' - conta infatti circa 50 membri. E la loro attività è strettamente controllata dal Museum of London e dall'autorità portuale. Il primo registra ogni pezzo d'interesse recuperato dal fiume, la seconda controlla che i 'monelli' del Tamigi non scavino per più di un metro nel terreno, così come prescrivono le regole.
Oltre ai tesori, però, il grande fiume ha anche restituito curiosità - una palla di ferro con catena risalente al 1600 - e documenti di attività quotidiane - una serie di giocattoli medioevali che gettano nuova luce sull'infanzia di quel tempo. Il fango del Tamigi, infatti, è ricco di creta ed è in grado di preservare i reperti in modo straordinario. Tanto che delle scarpine di pelle di epoca medioevale, una volta ripulite, parevano gettate nel fiume da pochi giorni. La collezione di Anthony verrà ora catalogata e troverà - fra qualche anno - una degna sistemazione nel Museum of London.
LONDRA - Anthony Pilson, 76 anni, ha passato gli ultimi 33 anni della sua vita a scandagliare le rive del Tamigi, in pieno centro di Londra, armato di metal-detector, secchio e rastrello. Per i più che lo guardavano dall'alto delle rive pareva un passatempo bizzarro, e niente altro. Anthony, invece, ha messo insieme in questi anni una collezione di pezzi rari del valore di centinaia di migliaia di sterline: reperti tanto ben conservati da far brillare gli occhi a decine di studiosi. E ora donerà la sua collezione al Museo di Londra, così che tutti i londinesi possano ammirarla. "Posso capire che se uno ha moglie e figli preferisca vendere i pezzi al miglior offerente", dice Anthony al Daily Mail. "Ma io preferisco che li abbia un museo, piuttosto che finiscano nelle cassette di sicurezza di una banca o in una casa privata".
La collezione, tra le altre cose, conta 2.444 bottoni e gemelli che vanno dal 14/o al 19/o secolo; sono fatti in bronzo, peltro, argento o osso e sono spesso e volentieri lavorati. Una coppia di gemelli del 17/o secolo mostra Carlo II ornato con una corona d'alloro. La palma d'oro del miglior ritrovamento se l'é però aggiudicata un 'provino' da sommelier in argento del 1634. "Christiés ha pensato che fosse falso, perché non avevano mai visto niente del genere", ricorda Anthony.
Era il 1977 - ovvero quattro anni dopo la prima escursione sulle rive del Tamigi. Tutto ebbe inizio quando un amico di Anthony gli confidò che il fango del Tamigi poteva riservare grandi sorprese. Così, un giorno che non lavorava, Anthony, all'epoca dirigente nel settore del trasporto mercantile, portò il suo metal-detector nel centro di Londra. Da allora non ha mai più smesso. Andato in pensione a 55 anni, ogni giorno Anthony batte le rive del fiume tra il ponte di Tower Bridge e quello di Blackfriars: armato di mappe che segnano i livelli della marea, scava, setaccia e porta a casa. Certo, Anthony non è il solo ad andar a caccia di tesori sulle sponde del Tamigi. La Society of Thames Mudlarks - che in un inglese un po' antiquato significa 'monelli di strada' - conta infatti circa 50 membri. E la loro attività è strettamente controllata dal Museum of London e dall'autorità portuale. Il primo registra ogni pezzo d'interesse recuperato dal fiume, la seconda controlla che i 'monelli' del Tamigi non scavino per più di un metro nel terreno, così come prescrivono le regole.
Oltre ai tesori, però, il grande fiume ha anche restituito curiosità - una palla di ferro con catena risalente al 1600 - e documenti di attività quotidiane - una serie di giocattoli medioevali che gettano nuova luce sull'infanzia di quel tempo. Il fango del Tamigi, infatti, è ricco di creta ed è in grado di preservare i reperti in modo straordinario. Tanto che delle scarpine di pelle di epoca medioevale, una volta ripulite, parevano gettate nel fiume da pochi giorni. La collezione di Anthony verrà ora catalogata e troverà - fra qualche anno - una degna sistemazione nel Museum of London.
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