ROMA - I tesori dell'ammiraglio Nelson sono stati ritrovati in fondo al mare al largo delle coste del Libano. A rinvenirli è stata un'equipe britannica guidata da Mark Ellyatt che li ha scovati all'interno della HMS Victoria, nave britannica naufragata nel 1893. Tra i beni reperiti anche una delle spade appartenute all'ammiraglio più celebre della storia della Gran Bretagna.
Il tesoro dell'eroe di Trafalgar sarebbe colato a picco insieme a 358 marinai a causa di un errore del vice ammiraglio George Tryon nel corso di una manovra per l'ancoraggio, durante la quale finì contro un'altra nave militare britannica. Proprio perchè Tryon era un grande ammiratore di Nelson possedeva e portava con sè sulla nave la collezione di cimeli nelsoniani.
Intanto, il Ministero della Difesa inglese, che ha la proprietà legale del relitto, ha contattato la squadra di esploratori e ha ordinato di lasciare a bordo tutti gli oggetti ritrovati e soprattutto di non toccare i beni appartenuti all'ammiraglio. Interesse verso il tesoro custodito nel relitto è stato espresso anche dalla Nelson Society.

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sabato 18 febbraio 2012
I tesori sommersi del concordia
GROSSETO / Quanto ci vorrà ancora perchè scatti la “caccia al tesoro” a bordo del Concordia? La nave naufragata a pochi metri dalla costa dell’Isolo del Giglio il 13 gennaio scorso è al momento sotto costante controllo, ma nei prossimi mesi si potrebbe scatenare una vera e propria corsa al recupero dei beni rimasti a bordo della nave, e con lei affondati.
I passeggeri, nella loro fuga, hanno chiaramente lasciato numerosi oggetti a bordo, gioielli, vestiti, denaro, che risultano ancora di loro proprietà, ma che saranno molto difficili da recuperare e restituire.
Al momento non è possibile, per i non addetti ai lavori, avvicinarsi a meno di un miglio nautico dal relitto.
Fino a quando ci saranno corpi nella nave, e carburante a bordo, forse nessuno si avvicinerà, ma successivamente si teme una corsa al recupero di beni e preziosi.
Anche la mafia ha squadre sottomarine specializzate nella ricerca dei relitti.
I passeggeri, nella loro fuga, hanno chiaramente lasciato numerosi oggetti a bordo, gioielli, vestiti, denaro, che risultano ancora di loro proprietà, ma che saranno molto difficili da recuperare e restituire.
Al momento non è possibile, per i non addetti ai lavori, avvicinarsi a meno di un miglio nautico dal relitto.
Fino a quando ci saranno corpi nella nave, e carburante a bordo, forse nessuno si avvicinerà, ma successivamente si teme una corsa al recupero di beni e preziosi.
Anche la mafia ha squadre sottomarine specializzate nella ricerca dei relitti.
giovedì 16 febbraio 2012
Sovereign Hill, una Città dell’Oro del 19esimo Secolo
Si può ricostruire una città dell’oro del 19esimo secolo? Ebbene sì, è possibile. In Australia, vicino a Melbourne, a Sovereign Hill, è stata ricostruita Ballarat la città della corsa all’oro, museo all’aria aperta ricreato su 25 ettari di campi.
L’ambientazione è ferma al 1851, quando John Dunlop e James Regan portarono alla luce pochi grammi d’oro a Poverty Point in Ballarat. Da allora, misero in moto uno dei più grandi movimenti della caccia all’oro in Australia. In molti vennero da fuori: c’è chi lasciò la propria nave per imbarcarsi in questa avventura, padri che lasciarono la propria famiglia e che iniziarono a scavare alla ricerca dell’oro, ma anche intere famiglie che si misero in viaggio per raggiungere i campi dell’oro… persone provenienti da più di 20 paesi in tutto il mondo si precipitarono verso queste miniere. Oggi, chiunque può risalire alle origini della corsa all’oro per visitare il museo e le sue miniere.
Ballarat in lingua aborigena significa “luogo di riposo o di campeggio“. Oggi i suoi ampi viali fiancheggiati da olmi e dalle grandi costruzioni in mattoni e pietra blu, ricordano ai visitatori della sua storia gloriosa. Ballarat era una fiorente cittadina del 19esimo secolo. All’epoca, si raggiunsero i 1.000 cercatori d’oro in due anni e nel 1853 la storia racconta che si arrivarono a pesare più di 9.926 chilogrammi d’oro inviati a Melbourne.
La strada principale era il centro propulsore ed inebriante della febbre dell’oro e della città. I negozi vendevano lecca lecca, liquirizia, dolcetti, senape e marmellate. C’erano briglie, speroni, selle, colture agricole, cappelli in pelle e portafogli. C’era un fabbro che faceva articoli in ferro, ma anche un farmacista che vendeva prodotti esotici e molto altro ancora, come saponi artigianali, polveri misteriose e infusi di erbe.
È stato ricreato tutto alla perfezione. Ad oggi però c’è anche il negozio Ballarat Times, dove è possibile farsi fare dei manifesti “Wanted” personalizzati, ma anche locandine e comunicazioni private. :)
Per i bambini piccoli invece, c’è Red Hilly Gully Creek, un’area circondata da tende per minatori, dove si può strillare: “Evviva, siamo ricchi!“. A Sovereign Hill c’è la possibilità di mettersi a cercare un po’ di oro. Il tutto è organizzato dai gestori del museo, che vogliono rendere ancora più vero il percorso legato all’oro. Altra attività interessante è il ‘Gold Pour‘, uno spettacolo molto carino dove un maestro fabbro mostra come l’oro viene trasformato in un lingotto scintillante. Con lo slancio di un mago immerge l’oro in una vasca di acqua fredda e urla: “Signore e Signori, questo è il 99,9% di oro puro.”
Passeggiando per Sovereign Hill, si impara a conoscere quella che fu la vita dei minatori di Ballarat. La loro vita si intreccia con il metallo giallo, si narrano storie di avidità, di gioco d’azzardo, di povertà e di violenza. Molti minatori diventarono ricchi, ma morirono anche presto a causa degli incidenti in miniera o di malattie polmonari.
La giornata a Sovereign Hill termina guardando Blood on the Southern Cross, uno spettacolo di luci con audio notturno che ricorda la famosa ribellione Eureka, nella quale i minatori si ribellarono contro la repressione e iniziarono a gettare le basi per la democrazia. Infine prendono la scena i soldati dal cappotto rosso che seguono un corteo cerimoniale, scortando l’oro dai caveau delle banche a Melbourne.
Non capita spesso di poter viaggiare nel tempo. Se riuscite ad andare in Australia, fate un salto a Sovereign Hill per farvi trasportare in un’altra epoca, in quella del 1851 a Ballarat.
L’ambientazione è ferma al 1851, quando John Dunlop e James Regan portarono alla luce pochi grammi d’oro a Poverty Point in Ballarat. Da allora, misero in moto uno dei più grandi movimenti della caccia all’oro in Australia. In molti vennero da fuori: c’è chi lasciò la propria nave per imbarcarsi in questa avventura, padri che lasciarono la propria famiglia e che iniziarono a scavare alla ricerca dell’oro, ma anche intere famiglie che si misero in viaggio per raggiungere i campi dell’oro… persone provenienti da più di 20 paesi in tutto il mondo si precipitarono verso queste miniere. Oggi, chiunque può risalire alle origini della corsa all’oro per visitare il museo e le sue miniere.
Ballarat in lingua aborigena significa “luogo di riposo o di campeggio“. Oggi i suoi ampi viali fiancheggiati da olmi e dalle grandi costruzioni in mattoni e pietra blu, ricordano ai visitatori della sua storia gloriosa. Ballarat era una fiorente cittadina del 19esimo secolo. All’epoca, si raggiunsero i 1.000 cercatori d’oro in due anni e nel 1853 la storia racconta che si arrivarono a pesare più di 9.926 chilogrammi d’oro inviati a Melbourne.
La strada principale era il centro propulsore ed inebriante della febbre dell’oro e della città. I negozi vendevano lecca lecca, liquirizia, dolcetti, senape e marmellate. C’erano briglie, speroni, selle, colture agricole, cappelli in pelle e portafogli. C’era un fabbro che faceva articoli in ferro, ma anche un farmacista che vendeva prodotti esotici e molto altro ancora, come saponi artigianali, polveri misteriose e infusi di erbe.
È stato ricreato tutto alla perfezione. Ad oggi però c’è anche il negozio Ballarat Times, dove è possibile farsi fare dei manifesti “Wanted” personalizzati, ma anche locandine e comunicazioni private. :)
Per i bambini piccoli invece, c’è Red Hilly Gully Creek, un’area circondata da tende per minatori, dove si può strillare: “Evviva, siamo ricchi!“. A Sovereign Hill c’è la possibilità di mettersi a cercare un po’ di oro. Il tutto è organizzato dai gestori del museo, che vogliono rendere ancora più vero il percorso legato all’oro. Altra attività interessante è il ‘Gold Pour‘, uno spettacolo molto carino dove un maestro fabbro mostra come l’oro viene trasformato in un lingotto scintillante. Con lo slancio di un mago immerge l’oro in una vasca di acqua fredda e urla: “Signore e Signori, questo è il 99,9% di oro puro.”
Passeggiando per Sovereign Hill, si impara a conoscere quella che fu la vita dei minatori di Ballarat. La loro vita si intreccia con il metallo giallo, si narrano storie di avidità, di gioco d’azzardo, di povertà e di violenza. Molti minatori diventarono ricchi, ma morirono anche presto a causa degli incidenti in miniera o di malattie polmonari.
La giornata a Sovereign Hill termina guardando Blood on the Southern Cross, uno spettacolo di luci con audio notturno che ricorda la famosa ribellione Eureka, nella quale i minatori si ribellarono contro la repressione e iniziarono a gettare le basi per la democrazia. Infine prendono la scena i soldati dal cappotto rosso che seguono un corteo cerimoniale, scortando l’oro dai caveau delle banche a Melbourne.
Non capita spesso di poter viaggiare nel tempo. Se riuscite ad andare in Australia, fate un salto a Sovereign Hill per farvi trasportare in un’altra epoca, in quella del 1851 a Ballarat.
venerdì 3 febbraio 2012
ORO DAL RELITTO PER 500MILIONI DI DOLLARI RESTITUITO ALLA SPAGNA
La Spagna ha ottenuto una vittoria importante nella sua lunga battaglia legale contro una società di recupero di relitti in altura, con sede in Florida, con i diritti al rimborso di monete in argento e oro per un valore stimato di 500 milioni di dollari.
Il tesoro è stato recuperato nel 2007 da una nave del XIX secolo affondata al largo della costa spagnola.
L'undicesima Corte d'Appello di Atlanta ha respinto il ricorso presentato dalla società americana, Odyssey Marine Exploration, e i funzionari spagnoli hanno detto che ora si aspettano che le monete - quasi 600.000 - arrivino in Spagna al più presto.
"Con la sentenza della corte d'appello, il processo comincia a restituire tutte le monete prese illegalmente" dalla nave affondata, il Ministero della Cultura spagnolo ha detto in un comunicato.
Odyssey, che può ancora appellarsi alla Corte Suprema degli Stati Uniti, ha detto in un comunicato: "Attualmente, nessun ordine finale è stato rilasciato nel caso e sarebbe prematuro esprimersi in questo momento."
La battaglia è iniziata dopo che Odyssey aveva annunciato nel 2007 di aver trovato il tesoro sommerso. Ben presto rivendicò le monete, le raccolse e le pose in cusodia negli Stati Uniti.
La Spagna subito presentò una denuncia presso un tribunale federale di Tampa, Florida, rivendicando il tesoro.
La Spagna dice il tesoro proveniva dalla nave spagnola Nuestra Senora de las Mercedes, che fu stata affondata in una battaglia navale del XIX secolo.
La compagnia della Florida Odyssey Marine Exploration dice che le monete, che pesano più di 17 tonnellate e sono valutate fino a $ 500 milioni, sono loro di diritto ai sensi del diritto internazionale.
Nel 2007, Odyssey portò per via aerea le monete da Gibilterra in Florida, dove sono custodite dalla società in un luogo "segreto, riservato".
LA Spagna dice CHE Odyssey ha saccheggiato la tomba di una nave battente bandiera spagnola, ma Odyssey dice che non c'erano segni di un naufragio presso il sito.
La Spagna dice la sua nave da guerra Nuestra Senora de las Mercedes stava trasportando le monete. La Mercedes, una fregata da 34 cannoni, lasciò il Perù nel 1804 e attraversava l'Atlantico a un giorno di navigazione dalla Spagna, quando le navi inglesi attaccarono la flotta spagnola.
Nella successiva battaglia di Capo Santa Maria, a sud del Portogallo, la Mercedes esplosa dopo essere stato colpito nella sua rivista potere, secondo l 'ordinamento del governo spagnolo alla corte della Florida.
La corte federale di Tampa nel 2009, ha deliberato in favore della rivendicazione della Spagna al tesoro, ma Odyssey ha preso il caso alla corte d'appello federale di Atlanta, che ha stabilito lo scorso settembre per sostenere la sentenza del tribunale di grado inferiore.
Alla fine di quel 53 pagine della sentenza, il giudice d'appello a tre panel ha scritto: "Per le ragioni che precedono, il tribunale distrettuale non ha commesso alcun errore quando Odyssey ha ordinato di liberare i" punti recuperati alla custodia di Spagna, secondo una copia dell'ordine visto dalla CNN.
Da allora, Odyssey ha presentato varie mozioni alla corte d'appello di rovesciare o ritardare la sentenza, ha dichiarato James Goold, un avvocato di Washington, DC, che rappresenta la Spagna nel caso.
Ma Martedì, la corte d'appello ha negato un ricorso della Odyssey. Sembra che l'unico eventuale ricorso di Odyssey adesso ammissibile sarebbe alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Tale giudice si impegna a sentire solo una piccola parte dei casi presentati.
La corte d'appello prevede di inviare il caso nei prossimi giorni torna alla corte federale di Tampa, che metterà a punto e dovrà vigilare sulle procedure per l'invio delle monete.
Il Ministro della Cultura spagnolo, Jose Ignaico Wert, ha detto alla CNN il Mercoledì a Madrid che il caso non è mai stata veramente una questione di soldi.
"Non abbiamo intenzione di utilizzare questo denaro per scopi diversi da esposizione artistica, ma questo è qualcosa che arricchisce il nostro materiale, patrimonio artistico e deve essere apprezzato in quanto tale", Wert ha detto in un'intervista.
Ha detto che le monete saranno esposti in musei spagnoli.
Il Perù ha anche seguito questo caso. L'argento e l'oro erano provenienti dall'America Latina, quando il Perù era una colonia spagnola.
"Formalmente, non hanno preteso nulla, ma siamo completamente aperti a considerare la possibilità di distribuire una parte del tesoro anche tra i musei dell'America Latina", Wert ha detto.
Il tesoro comprende un grande scrigno di monete, che include leggendari "pezzi da otto, " alcuni coniati nel 1803 a Lima, in Perù.
Il tesoro ha già attraversato l'oceano Atlantico due volte - in nave nel 1804 e poi in aereo nella direzione opposta pochi anni fa. I funzionari spagnoli sperano che possa finalmente arrivare ora per la prima volta sulla terraferma spagnola.
fonte:antikitera.com
Il tesoro è stato recuperato nel 2007 da una nave del XIX secolo affondata al largo della costa spagnola.
L'undicesima Corte d'Appello di Atlanta ha respinto il ricorso presentato dalla società americana, Odyssey Marine Exploration, e i funzionari spagnoli hanno detto che ora si aspettano che le monete - quasi 600.000 - arrivino in Spagna al più presto.
"Con la sentenza della corte d'appello, il processo comincia a restituire tutte le monete prese illegalmente" dalla nave affondata, il Ministero della Cultura spagnolo ha detto in un comunicato.
Odyssey, che può ancora appellarsi alla Corte Suprema degli Stati Uniti, ha detto in un comunicato: "Attualmente, nessun ordine finale è stato rilasciato nel caso e sarebbe prematuro esprimersi in questo momento."
La battaglia è iniziata dopo che Odyssey aveva annunciato nel 2007 di aver trovato il tesoro sommerso. Ben presto rivendicò le monete, le raccolse e le pose in cusodia negli Stati Uniti.
La Spagna subito presentò una denuncia presso un tribunale federale di Tampa, Florida, rivendicando il tesoro.
La Spagna dice il tesoro proveniva dalla nave spagnola Nuestra Senora de las Mercedes, che fu stata affondata in una battaglia navale del XIX secolo.
La compagnia della Florida Odyssey Marine Exploration dice che le monete, che pesano più di 17 tonnellate e sono valutate fino a $ 500 milioni, sono loro di diritto ai sensi del diritto internazionale.
Nel 2007, Odyssey portò per via aerea le monete da Gibilterra in Florida, dove sono custodite dalla società in un luogo "segreto, riservato".
LA Spagna dice CHE Odyssey ha saccheggiato la tomba di una nave battente bandiera spagnola, ma Odyssey dice che non c'erano segni di un naufragio presso il sito.
La Spagna dice la sua nave da guerra Nuestra Senora de las Mercedes stava trasportando le monete. La Mercedes, una fregata da 34 cannoni, lasciò il Perù nel 1804 e attraversava l'Atlantico a un giorno di navigazione dalla Spagna, quando le navi inglesi attaccarono la flotta spagnola.
Nella successiva battaglia di Capo Santa Maria, a sud del Portogallo, la Mercedes esplosa dopo essere stato colpito nella sua rivista potere, secondo l 'ordinamento del governo spagnolo alla corte della Florida.
La corte federale di Tampa nel 2009, ha deliberato in favore della rivendicazione della Spagna al tesoro, ma Odyssey ha preso il caso alla corte d'appello federale di Atlanta, che ha stabilito lo scorso settembre per sostenere la sentenza del tribunale di grado inferiore.
Alla fine di quel 53 pagine della sentenza, il giudice d'appello a tre panel ha scritto: "Per le ragioni che precedono, il tribunale distrettuale non ha commesso alcun errore quando Odyssey ha ordinato di liberare i" punti recuperati alla custodia di Spagna, secondo una copia dell'ordine visto dalla CNN.
Da allora, Odyssey ha presentato varie mozioni alla corte d'appello di rovesciare o ritardare la sentenza, ha dichiarato James Goold, un avvocato di Washington, DC, che rappresenta la Spagna nel caso.
Ma Martedì, la corte d'appello ha negato un ricorso della Odyssey. Sembra che l'unico eventuale ricorso di Odyssey adesso ammissibile sarebbe alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Tale giudice si impegna a sentire solo una piccola parte dei casi presentati.
La corte d'appello prevede di inviare il caso nei prossimi giorni torna alla corte federale di Tampa, che metterà a punto e dovrà vigilare sulle procedure per l'invio delle monete.
Il Ministro della Cultura spagnolo, Jose Ignaico Wert, ha detto alla CNN il Mercoledì a Madrid che il caso non è mai stata veramente una questione di soldi.
"Non abbiamo intenzione di utilizzare questo denaro per scopi diversi da esposizione artistica, ma questo è qualcosa che arricchisce il nostro materiale, patrimonio artistico e deve essere apprezzato in quanto tale", Wert ha detto in un'intervista.
Ha detto che le monete saranno esposti in musei spagnoli.
Il Perù ha anche seguito questo caso. L'argento e l'oro erano provenienti dall'America Latina, quando il Perù era una colonia spagnola.
"Formalmente, non hanno preteso nulla, ma siamo completamente aperti a considerare la possibilità di distribuire una parte del tesoro anche tra i musei dell'America Latina", Wert ha detto.
Il tesoro comprende un grande scrigno di monete, che include leggendari "pezzi da otto, " alcuni coniati nel 1803 a Lima, in Perù.
Il tesoro ha già attraversato l'oceano Atlantico due volte - in nave nel 1804 e poi in aereo nella direzione opposta pochi anni fa. I funzionari spagnoli sperano che possa finalmente arrivare ora per la prima volta sulla terraferma spagnola.
fonte:antikitera.com
Trovata una nave piena di platino
Il ricercatore di tesori statunitense Greg Brooks ha annunciato di aver trovato il relitto del battello Port Nicholson, una nave commerciale britannica affondata con un carico di lingotti di platino provenienti dall’Unione Sovietica e del valore di oltre tre miliardi di dollari.
Il bastimento Port Nicholson era diretto a New York con il carico di platino, ma venne affondato da un sottomarino tedesco nel 1942 lungo le coste della penisola di Cape Cod, a nord-est degli Stati Uniti.
Greg Brooks dice di aver scoperto Port Nicholson nel 2008, ma non voleva comunicare pubblicamente la scoperta prima di aver formalizzato legalmente i suoi diritti sul recupero del carico. “Ho intenzione di trovare questo carico anche se dovesse significare che sarò costretto a portare in superficie l’intera nave” ha dichiarato Greg Brooks, aggiungendo che la nave in questo momento si trova a più di 213 metri di profondità e a 50 miglia marine dalle rive di Cape Cod.
giovedì 29 dicembre 2011
LA CACCIA AL TESORO PIU' GRANDE DEL MONDO
Se da sempre sognate di partecipare a una caccia al tesoro che vi faccia viaggiare in tutto il mondo, non perdetevi il gioco di Google Earth. Grazie a un libro e alla vostra passione per i misteri potrete vincere 50.000 euro.
Quelli di Google si sono inventati la Caccia al Tesoro più grande del Mondo. Per mettere in piedi il progetto hanno sfruttato le potenzialità di un loro software, Google Earth, che “consente di viaggiare per il mondo grazie a un globo virtuale e di visualizzare immagini satellitari, mappe, terreni, edifici 3D e tanto altro ancora. Grazie ai ricchi contenuti geografici di Google Earth puoi avere una visuale più realistica del mondo. Puoi volare fino al tuo luogo preferito, cercare attività commerciali e persino spostarti tra le indicazioni stradali”. In cosa consiste il tesoro e quali sono le regole del gioco? Il premio per chi risolverà il mistero è di 50.000 euro. Per giocare, non si può prescindere daun libro, La caccia al tesoro più grande del mondo su Google Earth, edito per l’Italia da Sonda. I partecipanti alla Caccia al Tesoro troveranno nel libro 14 immagini, per la maggior parte corredate da un commento. Ogni immagine contiene degli indizi utili per arrivare alla soluzione. Le 14 soluzioni, combinate tra loro, condurranno ad un luogo specifico di Google Earth, il luogo del Tesoro. Nel libro sono contenute tutte le informazioni necessarie per muoversi al meglio nel percorso. Indispensabile sarà comunque l’uso di Google Earth, scaricabile gratuitamente sul proprio computer. Esiste anche un sito web, collegato al volume, www.jointhetreasurehunt.com, nel quale Dedopulos, il signore del mistero, la guida, colui che ha costruito un complicato labirinto al di fuori del mondo reale, fornisce suggerimenti, dritte, ulteriori indizi e magari anche qualche soluzione. Nel sito è presente la sezione attraverso la quale inviare la propria soluzione del gioco. Se nella classica versione della caccia al tesoro bisogna consumare le suole delle scarpe, per la Caccia al Tesoro più grande del Mondo su Google Earth occorre soprattutto avere una mente curiosa e occhi vigili, che sono poi le principali caratteristiche del moderno Phileas Fogg, che si muove con agilità tra i social network, un internauta che fino allo scoccare delle 17.30 (ora di Greenwich) del 30 aprile 2012 ha la possibilià di vincere 50.000 euro
Quelli di Google si sono inventati la Caccia al Tesoro più grande del Mondo. Per mettere in piedi il progetto hanno sfruttato le potenzialità di un loro software, Google Earth, che “consente di viaggiare per il mondo grazie a un globo virtuale e di visualizzare immagini satellitari, mappe, terreni, edifici 3D e tanto altro ancora. Grazie ai ricchi contenuti geografici di Google Earth puoi avere una visuale più realistica del mondo. Puoi volare fino al tuo luogo preferito, cercare attività commerciali e persino spostarti tra le indicazioni stradali”. In cosa consiste il tesoro e quali sono le regole del gioco? Il premio per chi risolverà il mistero è di 50.000 euro. Per giocare, non si può prescindere daun libro, La caccia al tesoro più grande del mondo su Google Earth, edito per l’Italia da Sonda. I partecipanti alla Caccia al Tesoro troveranno nel libro 14 immagini, per la maggior parte corredate da un commento. Ogni immagine contiene degli indizi utili per arrivare alla soluzione. Le 14 soluzioni, combinate tra loro, condurranno ad un luogo specifico di Google Earth, il luogo del Tesoro. Nel libro sono contenute tutte le informazioni necessarie per muoversi al meglio nel percorso. Indispensabile sarà comunque l’uso di Google Earth, scaricabile gratuitamente sul proprio computer. Esiste anche un sito web, collegato al volume, www.jointhetreasurehunt.com, nel quale Dedopulos, il signore del mistero, la guida, colui che ha costruito un complicato labirinto al di fuori del mondo reale, fornisce suggerimenti, dritte, ulteriori indizi e magari anche qualche soluzione. Nel sito è presente la sezione attraverso la quale inviare la propria soluzione del gioco. Se nella classica versione della caccia al tesoro bisogna consumare le suole delle scarpe, per la Caccia al Tesoro più grande del Mondo su Google Earth occorre soprattutto avere una mente curiosa e occhi vigili, che sono poi le principali caratteristiche del moderno Phileas Fogg, che si muove con agilità tra i social network, un internauta che fino allo scoccare delle 17.30 (ora di Greenwich) del 30 aprile 2012 ha la possibilià di vincere 50.000 euro
lunedì 19 dicembre 2011
Scoperto il tesoro vichingo di Silverdale
L'esistenza di un re vichingo finora sconosciuto è stata scoperta grazie a un eccezionale tesoro d'argento trovato con un metal detector, nascosto in un contenitore di piombo in un campo nei pressi del villaggio di Silverdale, in Inghilterra.
I 201 pezzi d'argento - tra cui degli stupendi bracciali - sono stati trovati da Darren Webster usando il metal detector che la moglie gli aveva dato come regalo di Natale.
Si tratta di più di 1 kg di argento datato intorno al 900-910 d.C. - un periodo di guerre e lotte per il potere nel nord dell'Inghilterra.
Su una delle monete è stato trovato inciso il nome AIRDECONUT, che sembra il tentativo di scrivere il nome scandinavo di un re finora sconosciuto: Harthacnut - da non confondersi con l'Harthacnut (Canuto III) re di Danimarca, di un secolo successivo.
La moneta di Airdeconut rivela anche che i Vichinghi si erano convertiti al cristianesimo già una generazione dopo aver cominciato a colonizzare - invece di razziare ad ogni estate - l'entroterra britannico verso l'870. Sul rovescio della moneta si legge infatti DNS (Dominus) REX, con le lettere disposte a forma di croce (riti pagani vichinghi continuarono comunque a persistere).
Il cercatore amatoriale di tesori Webster era andato a prendere il figlio a scuola e stava tornando al lavoro. Prima però aveva deciso di concedersi qualche ora in un campo dove era stato diverse volte prima, senza aver però mai trovato niente di più eccitante che un mezzo groat (una moneta inglese) di epoca Tudor.
Webster racconta di aver captato quasi subito un forte segnale, scoprendo una lamina di piombo 40 centimetri sottoterra. Alla vista del piombo era rimasto un po' deluso della sua scoperta, ma cercando di tirarlo fuori si è accorto che il piombo faceva solo da contenitore a tutti i pezzi d'argento che nel frattempo cadevano a terra. "Quando ho visto i braccialetti ho capito che erano vichinghi", ha detto. "Quando poi ho sentito che c'era una moneta che nessuno aveva mai visto prima, è stata una sensazione strana".
Quel tesoro "era una considerevole somma di denaro, il prezzo di una mandria di bestiame, o di un buon gregge di pecore", ha detto Gareth Williams, esperto di monete presso il British Museum, dove il tesoro viene studiato. "Basterebbe un solo bracciale per acquistare un bue".
Il tesoro conteneva anche monete (900-902) col nome di Alwaldus (868-902), identificato con l'Alwaldus nipote di Alfredo il Grande (re degli Anglosassoni noto per la guerra vinta contro i Danesi). Alwaldus passò però coi Vichinghi in Northumbria dopo un infruttuoso tentativo di rivendicare la corona inglese. I Vichinghi gli concessero di farsi chiamare re, ma Alwaldus sopravvisse solo pochi anni prima di morire in battaglia.Tra i vari oggetti, vi sono inoltre lingotti d'argento, spille, monete franche e islamiche.Vi era infine un bracciale - di solito dati dai capi ai loro guerrieri in cambio dei servizi resi - particolarmente insolito poiché combina elementi irlandesi, anglosassoni e carolingi.Il valore del tesoro sarà condiviso tra Webster e il proprietario del terreno. Il Museo di Lancaster spera di raccogliere i fondi necessari all'acquisto.
Due altri tesori vichinghi erano già stati scoperti nelle vicinanze: uno era stato rinvenuto in un comune accanto negli anni '90; l'altro, il famoso tesoro di Cuerdale (oltre 8600 oggetti), era stato sotterrato a soli 97 km.
FONTE ANTIKITERA
I 201 pezzi d'argento - tra cui degli stupendi bracciali - sono stati trovati da Darren Webster usando il metal detector che la moglie gli aveva dato come regalo di Natale.
Si tratta di più di 1 kg di argento datato intorno al 900-910 d.C. - un periodo di guerre e lotte per il potere nel nord dell'Inghilterra.
Su una delle monete è stato trovato inciso il nome AIRDECONUT, che sembra il tentativo di scrivere il nome scandinavo di un re finora sconosciuto: Harthacnut - da non confondersi con l'Harthacnut (Canuto III) re di Danimarca, di un secolo successivo.
La moneta di Airdeconut rivela anche che i Vichinghi si erano convertiti al cristianesimo già una generazione dopo aver cominciato a colonizzare - invece di razziare ad ogni estate - l'entroterra britannico verso l'870. Sul rovescio della moneta si legge infatti DNS (Dominus) REX, con le lettere disposte a forma di croce (riti pagani vichinghi continuarono comunque a persistere).
Il cercatore amatoriale di tesori Webster era andato a prendere il figlio a scuola e stava tornando al lavoro. Prima però aveva deciso di concedersi qualche ora in un campo dove era stato diverse volte prima, senza aver però mai trovato niente di più eccitante che un mezzo groat (una moneta inglese) di epoca Tudor.
Webster racconta di aver captato quasi subito un forte segnale, scoprendo una lamina di piombo 40 centimetri sottoterra. Alla vista del piombo era rimasto un po' deluso della sua scoperta, ma cercando di tirarlo fuori si è accorto che il piombo faceva solo da contenitore a tutti i pezzi d'argento che nel frattempo cadevano a terra. "Quando ho visto i braccialetti ho capito che erano vichinghi", ha detto. "Quando poi ho sentito che c'era una moneta che nessuno aveva mai visto prima, è stata una sensazione strana".
Quel tesoro "era una considerevole somma di denaro, il prezzo di una mandria di bestiame, o di un buon gregge di pecore", ha detto Gareth Williams, esperto di monete presso il British Museum, dove il tesoro viene studiato. "Basterebbe un solo bracciale per acquistare un bue".
Il tesoro conteneva anche monete (900-902) col nome di Alwaldus (868-902), identificato con l'Alwaldus nipote di Alfredo il Grande (re degli Anglosassoni noto per la guerra vinta contro i Danesi). Alwaldus passò però coi Vichinghi in Northumbria dopo un infruttuoso tentativo di rivendicare la corona inglese. I Vichinghi gli concessero di farsi chiamare re, ma Alwaldus sopravvisse solo pochi anni prima di morire in battaglia.Tra i vari oggetti, vi sono inoltre lingotti d'argento, spille, monete franche e islamiche.Vi era infine un bracciale - di solito dati dai capi ai loro guerrieri in cambio dei servizi resi - particolarmente insolito poiché combina elementi irlandesi, anglosassoni e carolingi.Il valore del tesoro sarà condiviso tra Webster e il proprietario del terreno. Il Museo di Lancaster spera di raccogliere i fondi necessari all'acquisto.
Due altri tesori vichinghi erano già stati scoperti nelle vicinanze: uno era stato rinvenuto in un comune accanto negli anni '90; l'altro, il famoso tesoro di Cuerdale (oltre 8600 oggetti), era stato sotterrato a soli 97 km.
FONTE ANTIKITERA
giovedì 15 dicembre 2011
Accordo della societa Archaeological & Treasure Salvage Company, Expedition Resources, con il nostro connazionale Claudio Bonifacio
15 Dic 2011 - Archeologici & Company Salvage Tesoro, Risorse di Spedizione, LLC annuncia la firma di un accordo esclusivo con il famoso storico Claudio Bonifacio. Egli è l'autore del libro e galeoni e tesori sommersi, gia pubblicato in inglese, italiano e spagnolo, e presto in tedesco e francese. Un capitolo dal libro di Claudio circa il tesoro del famoso relitto della Mercedes è stato recentemente utilizzato in Corte dell'Ammiragliato federale a Tampa, in Florida sia da Odyssey Marine Exploration che dalla Spagna.
Bonifacio Claudio ha piu' di 30 anni,di esperienza come ricercatore d'archivio e storico all'interno dell'Archivio delle Indie a Siviglia,in Spagna scoprendo la documentazione storica della perdita di oltre 3.000 relitti di navi, 1.200 delle quali portavano tesoro estesi e carichi preziosi. Attraverso i suoi anni di ricerca Claudio ha anche scoperto documenti in cui si parla di fortune incalcolabili sepolto in terra di Spagna, di gesuiti,Cavalieri Templari, e molte altre dinastie in tutto il mondo.
Bonifacio Claudio ha piu' di 30 anni,di esperienza come ricercatore d'archivio e storico all'interno dell'Archivio delle Indie a Siviglia,in Spagna scoprendo la documentazione storica della perdita di oltre 3.000 relitti di navi, 1.200 delle quali portavano tesoro estesi e carichi preziosi. Attraverso i suoi anni di ricerca Claudio ha anche scoperto documenti in cui si parla di fortune incalcolabili sepolto in terra di Spagna, di gesuiti,Cavalieri Templari, e molte altre dinastie in tutto il mondo.
Arpald Toldi e il tesoro degli ebrei
Arpald Toldi e il tesoro degli ebrei
Natale 1944.
Un treno corre tra le campagne dell’Ungheria,diretto a Brennbergbania,piccolo villaggio di frontiera della nazione magiara.
Sfugge all’esercito russo,che ha iniziato una manovra avvolgente attorno all’Ungheria,guidato dal governo filonazista di Szàlasi,che ha preso il posto del governo Horthy,accusato di tradimento,ma che in realtà ha l’unico torto di essersi opposto all’invasione nazista.
Sul treno oltre ai soldati di scorta,c’è la mente operativa di un piano che mira a salvare le ricchezze del Reich rastrellate in Ungheria,ai danni della popolazione di origine ebrea.
L’uomo è Arpad Toldi, nominato nell’autunno del 1944, Commissario per gli Affari Ebraici.
Un ruolo non facile,sia per la responsabilità diretta con l’alto comando del reich,sensibile come pochi al denaro e all’oro,sia per l’oscuro fascino che la ricchezza depredata esercitano sugli uomini incaricati della sua custodia.
Il treno si muove all’interno dell’Ungheria,fermandosi qualche volta per caricare altre casse,altro oro,altri gioielli che sono stati accumulati nei punti di raccolta.
Arpad Toldi è un burocrate,un uomo esperto di affari criminali;e questo gli tornerà utile nel momento cruciale della storia.
Ritorniamo al nostro treno,che corre tra le campagne ungheresi;sono forse 40 i vagoni stipati di merce preziosa,di uomini e di armi.
Si è scelta la località di Brennbergbania per una caratteristica peculiare;è una zona di montagna,piena di gallerie costruite da minatori alla ricerca di minerali da cui estrarre ferro e carbone.
Non solo;il paese è molto piccolo,scarsamente abitato,e alcune delle gallerie arrivano,passando tra la montagna,oltre il confine.
L’arrivo del treno nazista sconvolge la vita pacifica della cittadina,perché vengono requisiti i bagni pubblici,unica fonte di rifornimento idrico del paese,ed anche l’unico posto dove andare a lavarsi.
Nei bagni vengono allestiti,in fretta e furia,degli uffici adibiti alla catalogazione della merce preziosa,un lavoro lungo e faticoso,perché richiede pazienza e tempo.
Il fronte non è più caldissimo,si combatte a distanza e quindi il lavoro può procedere con ordine.
Toldi è,come abbiamo visto,un burocrate.
Ed è un burocrate ordinato,metodico.
I preziosi sono divisi in ordine di importanza,e quando un giorno arriva l’ordine di evacuazione,perché i russi hanno sfondato e sono pericolosamente vicini,Toldi carica su un camion e su un auto la parte più importante del tesoro e si dirige verso la Baviera,dove c’è un nucleo molto forte di resistenza nazista.
Il viaggio attraverso l’Austria è sicuramente pericoloso,e il treno,alleggerito dalla parte più importante dell’oro,impiega tre mesi per fare 500 chilometri.
Mentre Toldi prosegue su un’altra strada,il treno si ferma a Hopfgarten,nel Tirolo,dove gli omini che lo guidano e lo proteggono sono costretti,ogni giorno,a difendersi da tutti,sbandati dell’esercito in rotta e regolari che tentano la fuga,oltre che qualche soldato del treno che tenta i riempirsi le tasche.
Toldi si mette d’accordo con due agenti segreti nazisti,a cui da 5 o 6 casse di preziosi,e loro,in cambio gli organizzano una via di fuga verso la Svizzera,dove pensa,e spera,di potersi dileguare con il prezioso bottino.
Ma viene respinto e allora ha un lampo di genio:sotterra le preziose casse e si consegna alle autorità francesi.
Ancora più intelligentemente,non effettua un solo scavo,ma seppellisce in varie zone le casse,e così,quando viene arrestato,si presenta come un funzionario scrupoloso,che ha eseguito solo gli ordini ricevuti e che è ansioso di collaborare.
I francesi,dietro sua indicazione,recuperano 40 casse di preziosi,mentre gli americani,che hanno bloccato il treno dell’oro,lo inviano a Salisburgo,con l’intenzione di restituire il tutto ai legittimi proprietari.
Forse i francesi volevano fare lo stesso,ma si trovarono di fronte,come del resto gli americani,ad un problema di ordine pratico,individuare,cioè,i legittimi proprietari dei preziosi.
Compito pressochè impossibile.
La stragrande maggioranza dei proprietari era di origine ebrea,ed era stata deportata nei campi di concentramento,con la fatale conseguenza che la maggior parte era morta in essi.
Nel frattempo l’oro aveva seguito numerose vie;una parte era stata usata,dai nazisti,per corrompere e comprare favori e libertà,qualcosa era stata rubata dai soldati americani,altri preziosi erano stati trafugati un po da tutti,soldati regolari,sbandati,civili.
Certo,il nucleo più grosso era rimasto intatto,ma le nazioni che vantavano diritti su di esso litigavano su come restituire ai proprietari i beni rimasti.
Gli inglesi per esempio si opponevano alla restituzione agli ebrei,convinti che avrebbero finito per finanziare il riarmo della gente ebrea sopravissuta che cerava,con ogni mezzo,di tornare in patria,in Israele.
I francesi litigavano con gli americani,perché non volevano restituire la parte di tesoro ungherese in quanto questi detenevano preziosi francesi trafugati durante l’occupazione di Parigi.
Alla fine,dopo una battaglia durata anni,si procedette alla vendita all’incanto degli oggetti preziosi,con risultati davvero modesti.
Molto del carico finì nei misteriosi meandri dei vari servizi segreti che si occuparono del caso,la parte francese ritornò al legittimo governo ungherese.
Toldi scomparve nel nulla.
Di lui non si seppe assolutamente più nulla,ed è probabile che,con parte del suo bottino,abbia comprato una nuova identità e una nuova vita in qualche parte del SudAmerica,ricco e dimenticato da tutti .
I due agenti segreti non confermarono mai,ovviamente,di aver ricevuto le casse di preziosi da Toldi;fatto sta,che,finita la guerra,diventarono due facoltosi uomini d’affari.
Alle volte il delitto paga.
Natale 1944.
Un treno corre tra le campagne dell’Ungheria,diretto a Brennbergbania,piccolo villaggio di frontiera della nazione magiara.
Sfugge all’esercito russo,che ha iniziato una manovra avvolgente attorno all’Ungheria,guidato dal governo filonazista di Szàlasi,che ha preso il posto del governo Horthy,accusato di tradimento,ma che in realtà ha l’unico torto di essersi opposto all’invasione nazista.
Sul treno oltre ai soldati di scorta,c’è la mente operativa di un piano che mira a salvare le ricchezze del Reich rastrellate in Ungheria,ai danni della popolazione di origine ebrea.
L’uomo è Arpad Toldi, nominato nell’autunno del 1944, Commissario per gli Affari Ebraici.
Un ruolo non facile,sia per la responsabilità diretta con l’alto comando del reich,sensibile come pochi al denaro e all’oro,sia per l’oscuro fascino che la ricchezza depredata esercitano sugli uomini incaricati della sua custodia.
Il treno si muove all’interno dell’Ungheria,fermandosi qualche volta per caricare altre casse,altro oro,altri gioielli che sono stati accumulati nei punti di raccolta.
Arpad Toldi è un burocrate,un uomo esperto di affari criminali;e questo gli tornerà utile nel momento cruciale della storia.
Ritorniamo al nostro treno,che corre tra le campagne ungheresi;sono forse 40 i vagoni stipati di merce preziosa,di uomini e di armi.
Si è scelta la località di Brennbergbania per una caratteristica peculiare;è una zona di montagna,piena di gallerie costruite da minatori alla ricerca di minerali da cui estrarre ferro e carbone.
Non solo;il paese è molto piccolo,scarsamente abitato,e alcune delle gallerie arrivano,passando tra la montagna,oltre il confine.
L’arrivo del treno nazista sconvolge la vita pacifica della cittadina,perché vengono requisiti i bagni pubblici,unica fonte di rifornimento idrico del paese,ed anche l’unico posto dove andare a lavarsi.
Nei bagni vengono allestiti,in fretta e furia,degli uffici adibiti alla catalogazione della merce preziosa,un lavoro lungo e faticoso,perché richiede pazienza e tempo.
Il fronte non è più caldissimo,si combatte a distanza e quindi il lavoro può procedere con ordine.
Toldi è,come abbiamo visto,un burocrate.
Ed è un burocrate ordinato,metodico.
I preziosi sono divisi in ordine di importanza,e quando un giorno arriva l’ordine di evacuazione,perché i russi hanno sfondato e sono pericolosamente vicini,Toldi carica su un camion e su un auto la parte più importante del tesoro e si dirige verso la Baviera,dove c’è un nucleo molto forte di resistenza nazista.
Il viaggio attraverso l’Austria è sicuramente pericoloso,e il treno,alleggerito dalla parte più importante dell’oro,impiega tre mesi per fare 500 chilometri.
Mentre Toldi prosegue su un’altra strada,il treno si ferma a Hopfgarten,nel Tirolo,dove gli omini che lo guidano e lo proteggono sono costretti,ogni giorno,a difendersi da tutti,sbandati dell’esercito in rotta e regolari che tentano la fuga,oltre che qualche soldato del treno che tenta i riempirsi le tasche.
Toldi si mette d’accordo con due agenti segreti nazisti,a cui da 5 o 6 casse di preziosi,e loro,in cambio gli organizzano una via di fuga verso la Svizzera,dove pensa,e spera,di potersi dileguare con il prezioso bottino.
Ma viene respinto e allora ha un lampo di genio:sotterra le preziose casse e si consegna alle autorità francesi.
Ancora più intelligentemente,non effettua un solo scavo,ma seppellisce in varie zone le casse,e così,quando viene arrestato,si presenta come un funzionario scrupoloso,che ha eseguito solo gli ordini ricevuti e che è ansioso di collaborare.
I francesi,dietro sua indicazione,recuperano 40 casse di preziosi,mentre gli americani,che hanno bloccato il treno dell’oro,lo inviano a Salisburgo,con l’intenzione di restituire il tutto ai legittimi proprietari.
Forse i francesi volevano fare lo stesso,ma si trovarono di fronte,come del resto gli americani,ad un problema di ordine pratico,individuare,cioè,i legittimi proprietari dei preziosi.
Compito pressochè impossibile.
La stragrande maggioranza dei proprietari era di origine ebrea,ed era stata deportata nei campi di concentramento,con la fatale conseguenza che la maggior parte era morta in essi.
Nel frattempo l’oro aveva seguito numerose vie;una parte era stata usata,dai nazisti,per corrompere e comprare favori e libertà,qualcosa era stata rubata dai soldati americani,altri preziosi erano stati trafugati un po da tutti,soldati regolari,sbandati,civili.
Certo,il nucleo più grosso era rimasto intatto,ma le nazioni che vantavano diritti su di esso litigavano su come restituire ai proprietari i beni rimasti.
Gli inglesi per esempio si opponevano alla restituzione agli ebrei,convinti che avrebbero finito per finanziare il riarmo della gente ebrea sopravissuta che cerava,con ogni mezzo,di tornare in patria,in Israele.
I francesi litigavano con gli americani,perché non volevano restituire la parte di tesoro ungherese in quanto questi detenevano preziosi francesi trafugati durante l’occupazione di Parigi.
Alla fine,dopo una battaglia durata anni,si procedette alla vendita all’incanto degli oggetti preziosi,con risultati davvero modesti.
Molto del carico finì nei misteriosi meandri dei vari servizi segreti che si occuparono del caso,la parte francese ritornò al legittimo governo ungherese.
Toldi scomparve nel nulla.
Di lui non si seppe assolutamente più nulla,ed è probabile che,con parte del suo bottino,abbia comprato una nuova identità e una nuova vita in qualche parte del SudAmerica,ricco e dimenticato da tutti .
I due agenti segreti non confermarono mai,ovviamente,di aver ricevuto le casse di preziosi da Toldi;fatto sta,che,finita la guerra,diventarono due facoltosi uomini d’affari.
Alle volte il delitto paga.
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