Si può ricostruire una città dell’oro del 19esimo secolo? Ebbene sì, è possibile. In Australia, vicino a Melbourne, a Sovereign Hill, è stata ricostruita Ballarat la città della corsa all’oro, museo all’aria aperta ricreato su 25 ettari di campi.
L’ambientazione è ferma al 1851, quando John Dunlop e James Regan portarono alla luce pochi grammi d’oro a Poverty Point in Ballarat. Da allora, misero in moto uno dei più grandi movimenti della caccia all’oro in Australia. In molti vennero da fuori: c’è chi lasciò la propria nave per imbarcarsi in questa avventura, padri che lasciarono la propria famiglia e che iniziarono a scavare alla ricerca dell’oro, ma anche intere famiglie che si misero in viaggio per raggiungere i campi dell’oro… persone provenienti da più di 20 paesi in tutto il mondo si precipitarono verso queste miniere. Oggi, chiunque può risalire alle origini della corsa all’oro per visitare il museo e le sue miniere.
Ballarat in lingua aborigena significa “luogo di riposo o di campeggio“. Oggi i suoi ampi viali fiancheggiati da olmi e dalle grandi costruzioni in mattoni e pietra blu, ricordano ai visitatori della sua storia gloriosa. Ballarat era una fiorente cittadina del 19esimo secolo. All’epoca, si raggiunsero i 1.000 cercatori d’oro in due anni e nel 1853 la storia racconta che si arrivarono a pesare più di 9.926 chilogrammi d’oro inviati a Melbourne.
La strada principale era il centro propulsore ed inebriante della febbre dell’oro e della città. I negozi vendevano lecca lecca, liquirizia, dolcetti, senape e marmellate. C’erano briglie, speroni, selle, colture agricole, cappelli in pelle e portafogli. C’era un fabbro che faceva articoli in ferro, ma anche un farmacista che vendeva prodotti esotici e molto altro ancora, come saponi artigianali, polveri misteriose e infusi di erbe.
È stato ricreato tutto alla perfezione. Ad oggi però c’è anche il negozio Ballarat Times, dove è possibile farsi fare dei manifesti “Wanted” personalizzati, ma anche locandine e comunicazioni private. :)
Per i bambini piccoli invece, c’è Red Hilly Gully Creek, un’area circondata da tende per minatori, dove si può strillare: “Evviva, siamo ricchi!“. A Sovereign Hill c’è la possibilità di mettersi a cercare un po’ di oro. Il tutto è organizzato dai gestori del museo, che vogliono rendere ancora più vero il percorso legato all’oro. Altra attività interessante è il ‘Gold Pour‘, uno spettacolo molto carino dove un maestro fabbro mostra come l’oro viene trasformato in un lingotto scintillante. Con lo slancio di un mago immerge l’oro in una vasca di acqua fredda e urla: “Signore e Signori, questo è il 99,9% di oro puro.”
Passeggiando per Sovereign Hill, si impara a conoscere quella che fu la vita dei minatori di Ballarat. La loro vita si intreccia con il metallo giallo, si narrano storie di avidità, di gioco d’azzardo, di povertà e di violenza. Molti minatori diventarono ricchi, ma morirono anche presto a causa degli incidenti in miniera o di malattie polmonari.
La giornata a Sovereign Hill termina guardando Blood on the Southern Cross, uno spettacolo di luci con audio notturno che ricorda la famosa ribellione Eureka, nella quale i minatori si ribellarono contro la repressione e iniziarono a gettare le basi per la democrazia. Infine prendono la scena i soldati dal cappotto rosso che seguono un corteo cerimoniale, scortando l’oro dai caveau delle banche a Melbourne.
Non capita spesso di poter viaggiare nel tempo. Se riuscite ad andare in Australia, fate un salto a Sovereign Hill per farvi trasportare in un’altra epoca, in quella del 1851 a Ballarat.
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