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sabato 6 ottobre 2007

Relitti e tesori sommersi

C'è chi si è spinto ad affermare che i relitti custoditi dai fondali di mari e oceani sarebbero, calcolando il tutto a partire da circa 3000 anni fa, più di tre milioni. Questo genere di cifre lasciano sempre un po' perplessi: come diavolo vengono calcolate? Registri di navigazione con dati attendibili si hanno a partire dall'epoca delle prime grandi navigazioni, ovvero intorno alla fine del 1400. Sui dati relativi alle navi fenicie affondate nel 600 a.C. sembra doveroso dubitare.Eppure è fuor di dubbio che nella quiete delle profondità marine le navi siano tante; se tre milioni non sono una cifra rigorosamente calcolata, sono però assolutamente verosimili.
Il 12 settembre del 1857 la nave da trasporto Central America affondò al largo della Carolina del Nord, a causa di un uragano. Con una scelta di assoluta imprudenza, 60 banche nord americane avevano stipato la nave di lingotti e monete d'oro, per un valore complessivo intorno ai 200 milioni di dollari. Finirono tutti in fondo al mare e con essi, purtroppo, anche 425 persone che si trovavano a bordo.E qui sta il punto. In tremila anni, quanto oro è finito in fondo al mare? Quante pietre preziose? Non solo: quanti reperti, di grande valore archeologico e artistico? Anche in questo caso possiamo dire che la mancanza di una valutazione precisa non ci allontana dalla sensazione che immense siano le ricchezze custodite sotto le onde.Ma una cosa vale tanto se rendere "praticabile" tale valore non richiede costi che lo travalicano. Alcune regioni italiane, per esempio, sono ricchissime di oro, ma si tratta di una presenza molto dispersa: per recuperare un grammo bisognerebbe movimentare 5 tonnellate di terra. Non conviene.
La svolta nelle tecnologie di perlustrazione dei fondali è arrivata dagli AUV, Autonomous Underwater Vehicle, ovvero veicoli che non hanno bisogno di essere guidati da umani né di un controllo in remoto, ovvero da una nave in superficie. Gli AUV sono in grado di fare da soli il lavoro, come già avviene per alcune sonde spaziali inviate su pianeti come Marte. La diminuzione dei costi è notevole ma anche l'efficienza sale perché gli AUV sono molto più rapidi nella navigazione e nel rilevamento. Qui vediamo una illustrazione di Xanthos, un AUV messo a punto dal MIT di Boston. C'è un web che descrive Xanthos ed altri suoi "colleghi
Cercare tesori in fondo al mare è un'attività che ha sempre dovuto fare i conti con il rapporto costi/ricavi, con il risultato che i migliori risultati si sono ottenuti dai pazienti lavori di ricerca fatti da singoli o piccoli gruppi, provvisti di attrezzature subacquee non troppo costose.Si sono visti all'opera anche piccoli sommergibili, con umani a bordo o teleguidati, e la spedizione alla ricerca del Titanic ne è stato un notevole esempio. Su grandi obiettivi il gioco vale la candela, ma se si vuole passare a un'attività di perlustrazione sistematica i conti non tornano.
Non tornavano, sarebbe meglio dire. La tecnologia del rilevamento sottomarino ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, e ora ci ritroviamo con strumenti in grado di individuare oggetti delle dimensioni di una bottiglia anche a distanza di centinaia di metri. Fino a poco tempo fa le tecniche di localizzazione consentivano di esplorare 5 o 6 miglia quadrate di mare in un giorno di lavoro. Oggi si è passati a dieci volte tanto, con costi scesi di altrettanto.
Tutto ciò sta creando un notevole problema, con un'interessante inversione di tendenza nelle culture del libero mercato. Di chi sono, per esempio, i lingotti della Central America? Le leggi del mare ci dicono che il relitto è di che lo trova, ma adesso troppo oro sta luccicando in mezzo al blu e ai pesci. Gli Stati si stanno facendo avanti, siglando accordi sulla proprietà dei relitti. Anche l'Unesco sta formulando una proposta internazionale di regolamentazione dei recuperi, pensando non tanto all'oro ma ai patrimoni di interesse culturale che potrebbero finire in un vortice di aste e mercanti.
Il dato è evidente: se migliaia di piccole nuove imprese "subacquee" si tuffano a cercare patrimoni in tutti i mari, può uscirne un vero pandemonio. Ci vogliono delle regole, anche per il mondo dei relitti

2 commenti:

dizionario ha detto...

questo racconto dimostrano due forti caratteristiche umane: l' avidità e la scempaggine.
scritto da : dizionario.

SARA ha detto...

E' affascinante pensare a tanti tesori sotto la spuma marina....è quasi fiabesco!